Parte del testo seguente è tratto dall’Articolo pubblicato nel mese di novembre 2012 presso la rivista di Counselling  Passaggio in Volo n.1 dell’Associazione Pegasus di Punto Gestalt Venezia.

Quasi non ricordo più se ho iniziato prima a cantare o prima ad insegnare.

Quello che è certo è che all’inizio non avevo proprio idea di come avrei “insegnato” il canto alle persone e anzi, mi chiedevo perché venissero a prendere lezioni da me che ero una novellina. Ora so che quando io scelgo di seguire un’insegnante, lo faccio anche perché  scelgo di relazionarmi con quella persona, perché mi sento attratta, affascinata e anche un pò forse invidiosa per un qualche cosa in più che ha lei ora e che io in quel momento non ho o non vedo in me. Il lato positivo dell’invidia è che crea un’aspirazione, un nuovo anelito. E poi anche per acquisire nuove esperienze.
Ecco: una volta sceglievo un insegnante per aggiungere in modo ossessivo nozioni e tecniche.  Poi ad un certo punto ho scelto qualcuno che mi facesse vedere e  sentire com’ero, per poter togliere, eliminare cose che non mi appartenevano e quindi per fare chiarezza, pulizia, insomma, proprio per vedere cosa rimaneva, di essenziale, di Me.
E così fu. E così fu anche che, molti, molti anni dopo, decisi di formarmi come Counselor.
Ho scelto l’approccio umanistico esistenziale perché in linea con la mia religione, quella del Buddismo Mahayana di Nichiren Daishonin, basato sul Sutra del Loto. I miei responsabili buddisti ci dicono sempre “Ricordate che il buddismo non si insegna, si può solo mostrare con la propria Vita, mostrare la propria  Rivoluzione Umana in corso d’opera. Solo la prova concreta è alla base di una forte Fede”. All’inizio di questo articolo ho messo tra virgolette il verbo “insegnato” perché il punto è questo. Nel momento in cui ho smesso di insegnare il canto, le cose hanno funzionato in modo diverso. Nel momento in cui ho iniziato ad ascoltare le persone per aiutarle ad alleggerire, anziché preoccuparmi di aggiungere più tecniche possibili, toglievo alle persone l’ansia, la sofferenza e cercavamo assieme di sostituirle con la gioia. E soprattutto, nel momento in cui sono partita dalla mia Vita, l’ho accolta e aperta a me e al servizio di questa Umanità, la mia Voce si è liberata. E’ lì che ho iniziato finalmente ad usare le tecniche vocali con gioia del mio corpo fisico e della mia professione di cantante.

“Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace.
Se tu desideri sempre, tu preghi sempre.
Quand’è che la preghiera sonnecchia?
Quando si raffredda il desiderio”.
“Chi canta prega due volte”.
sant’Agostino

La persona al centro della mia attenzione, dell’ascolto.

La persona, l’essere umano, con il suo mondo interiore ed esteriore, i suoi meta-modelli, le sue mappe, i suoi copioni e soprattutto tutti i suoi desideri, anche quelli ancora sconosciuti. La persona, Per-Sona è fatta di vibrazione come tutta la materia, è  suono, ed esiste per – al fine di – sona – suonare. Se  e solo se noi lo permettiamo. Se e solo se ammettiamo di meritare il libero arbitrio, o almeno una sua piccola parte, per cominciare. La libertà di scegliere e la libertà di amare e di farsi amare.
La libertà di permettersi di chiedere, di chiedere anche aiuto. La libertà di essere sé stessi, fino in fondo.
Essere l’ Io sono cioè esattamente ciò che è, ciò che siamo ora.
E’ tutto lì.
L’essere umano desidera innanzitutto essere amato.
Ma spesso, non ha capito che è lui, sé stesso, il primo che dovrebbe amarsi.

Questo è anche lo scopo del Counseling. Agevolare la persona nel vedere, oltre i problemi e le difficoltà, se stessa, completa e perfetta, e, soprattutto, resiliente, perfettamente capace di superare, passare attraverso qualsiasi sentiero della Vita con i propri piedi o, se preferisce, non da sola. Counseling è aiutare la persona a scegliere per sé il proprio Ben-Essere.
Prima di diventare Counselor avevo capito che aiutare la persona a liberare la propria Voce, portava in questa direzione, come il Counseling. Ora so che le due cose messe assieme possono avere la propulsione di uno Shuttle, e puntare tutte e due proprio all’Universo.
E dall’Universo poi “La Terra è bellissima”.

Che cosa insegno io? Io mostro alle persone che mi vengono incontro, come trovare la via più breve per Ritornare a Casa e lo faccio attraverso il gioco creativo e meditativo della Voce. Là dove la Casa è il nostro Corpo Fisico, unica sede e Maestro  di tutto, luce, oscurità, inferno, paradiso e buddità. E ritornare è far entrare, riattivare la nostra capacità innata di risvegliarsi  alla Legge Suprema che regola la Vita Preziosa, cioè ritornare alla Vita stessa, con la sua regola ritmica incessante di Esistenza e Non Esistenza.

Quando ho fatto questo con me, e continuo a farlo, ho riconosciuto la mia missione e ho sorriso. Ho sorriso con ogni cellula del mio corpo, cioè con il cuore espanso. E ho riconosciuto il sentimento della compassione come sinonimo di amore incondizionato, comprensione, non come pietà per il dolore altrui. Questo ha mosso e muove tutta la mia Vita, passata, presente e futura, adesso e qui.

Ora, se lo desiderate,  mi occupo un pò  dell’introduzione alla parte specialistica.

Se proviamo a considerare la Voce  metafora dell’Io/Anima, le corde vocali del cuore pulsante, la laringe  metafora del corpo fisico, il corpo fisico metafora dell’ambiente circostante e l’ambiente stesso metafora del pianeta, facciamo esattamente quello che fa il microcosmo rispetto il macrocosmo, e le cellule con il nostro corpo, e impariamo da noi stessi come funzioniamo e come funziona la Legge che regola la Vita. Impariamo a stare nell’impermanenza di tutti i fenomeni.
La qualità della  Comunicazione con la persona è fondamentale per non ostacolare o ritardare i processi. La nostra azione, come agevolatori, con la persona, rappresenta neanche il 10 % della riuscita nel percorso dell’evoluzione personale, quindi ribadisco che è fondamentale non ostacolare o ritardare i processi con il nostro vissuto, mentre si accompagna. Per questo una formazione pluriennale di Gestalt Counseling è stata importante. Mi hanno allenato all’empatia, a riconoscere la mia mappa, il mio  mondo, i suoi confini, ho potuto vedere dove inizia il mondo dell’altro, per farci una capatina dentro e sentire lì come si sta, mettendo momentaneamente da parte il mio. Ho capito che il lavoro sulla Voce ha una così grande influenza nella Vita delle persone, che io non avrei mai voluto o dovuto danneggiare, o comunque, condizionare, anche inconsapevolmente, in modo negativo. E mi sono inamorata così tanto della materia Umana, da desiderare di approfondire il percorso per comprendere di più me stessa e diventare così,  anche più utile ad ogni persona che avrei incontrato  incontrato.
La Per-Sona, mentre scopre la sua Voce, impara da se stessa a leggere i meccanismi che regolano il suo muoversi nel mondo, i blocchi e le resistenze, e sperimenta come passarci attraverso, nonostante la paura. Come? Giocando con il potenziale della Voce che abbiamo ognuno a portata di mano. Cantare, attiva nel corpo umano e nel nostro cervello determinate sostanze che vengono riconosciute come voglia irresistibile, desiderio di cantare, e di conseguanza trasformano la paura in coraggio. La voglia di compiere l’azione di cantare, quasi da subito, supera la paura di farlo.  Ascoltando il suono della nostra Voce, Si impara ad ascoltare tutto ciò che accade nel nostro corpo, ed è come studiare un nuovo linguaggio, che è il mio esistere.
L’essere umano è sempre in relazione. E la sua Voce, attimo dopo attimo, mostra, assieme al linguaggio del corpo, i segni dell’emozione che nasce dall’incontro. L’e-mozione che ha bisogno di muoversi verso l’esterno prendendo la via dell’espressione verbale o dell’azione. Ecco come il Vocal Coaching, lo studio del canto, diventa una tecnica espressiva e integrativa gestaltica e bioenergetica. Io,  con la gioia del canto, non faccio altro che invogliare a tirare fuori esattamente quanto e quale suono esce. E il gioco è quasi fatto. Accompagnare questi processi con frasi aperte “come se” parlassi della Vita, fanno sì che l’effetto si ripercuota davvero nella  Vita della persona, come nel gioco del domino. Riportarla alle sue potenzialità, attraverso una nuova capacità di autoconsapevolizzare, affidandogli anche dei compiti per casa, serve ad evitare di creare un’oasi di benessere e un rapporto di dipendenza dalle lezioni di canto e dal Coach. Si crea altresì una nuova bella e utile abitudine:

Rispettare la propria Natura innata entrando in dialogo con sé stessi guidati dalla propria Voce.

”Come nel tutto si armonizza ogni cosa,
ognuna operando e vivendo nell’altra.”
Tratto dal Faust di Goethe.

Cambiando noi stessi, il nostro atteggiamento verso la Vita, modifichiamo interagendo inevitabilmente con l’ambiente. Avviene, come per magia. Ma magia non è. Lo spiega l’antico principio buddista dell’origine dipendente e della non dualità tra l’io e l’ambiente.
Ritorniamo al mondo delle emozioni, per soffermarci, vista l’importanza.
L’Essere Umano, dicevo, è sempre in relazione, e ventiquattro ore su ventiquattro, tutte le volte che incontra una persona, una cosa, un pensiero, nasce un’emozione. Questa è la nostra capacità preziosa di creare energia. Se e solo se impariamo ad usarla, economicamente. Come? Reinvestendola in azioni. Lasciandola sempre fluire all’esterno.  Se si interrompe questo flusso, si crea un “senso di pesantezza”. Perché il ristagno dell’energia implosa e non utilizzata crea densità energetica, prima fuori dal corpo, nel suo corrispettivo campo elettromagnetico, e poi, a lungo andare, questa densità può entrare nel corpo fisico bloccando la normale vibrazione delle cellule e creando probabilmente una qualche patologia. Per fortuna il pensiero, che un tempo apparteneva solo al linguaggio così astratto e poco comprensibile del filone della new age, e che si è sviluppato in molti ambiti che vedono l’essere umano in senso olistico e lo considerano un processo, è diventato più scientifico. Sempre più medici si rifiutano di trattare il singolo sintomo o organo e guardano, ascoltano, tutta la persona, le sue abitudini e la sua storia.
L’importanza, inoltre, di sviluppare i talenti dà la possibilità ad  ognuno di sperimentare la propria creatività nel modo più naturale e divertente possibile, dandogli la massima soddisfazione nell’esprimersi. E’ molto importante associare al percorso individuale di evoluzione personale, la potenzialità della creatività dell’espressione artistica, qualunque essa sia. Sviluppando un talento artistico, la persona sviluppa la sua capacità di essere libero, di scegliere di esserlo e si libera a poco a poco dalla gabbia del giudizio che gli impedisce di muoversi nell’ambiente così com’è. E quindi ha uno strumento concreto a disposizione per agevolare il fluire e la trasformazione di quell’enorme bagaglio energetico che crea l’emozione. Si allena ad essere creativo, ad inventarsi il suo come per vivere ogni corsa ad ostacoli. Si permette di far fluire, far uscire fuori, perché si sta abituando a farlo, divertendosi.
Io mi occupo di voce da sempre, l’esperienza e il mio spirito curioso, mi ha allenato ad ascoltare moltissime voci, tutte diverse, associandole ai loro esseri. Desidero la liberazione della propria vocalità naturale, coinvolgendo le persone in giochi di espressività vocale o pratiche meditative vocalizzate, anche per chi non se la sente ancora di cantare canzoni. Incontro sia uomini, donne e ragazzi con grande desiderio di espressione che altri così introversi da non riuscire neanche ad aprire la bocca per pronunciare una vocale. Entrambi hanno la necessità di imparare ad esprimersi, di imparare ad attivare il loro centro della comunicazione, e di imparare a gestire e far fluire le proprie emozioni dall’interno verso l’esterno, in modo equilibrato. Mettiamo due persone arrabbiate, una estroversa e una più chiusa, del tipo “bon, pazienza dai”. Magari hanno creato la stessa quantità di energia con due modalità opposte di esprimerle. Cosa farebbe un insegnante di canto senza le abilità di counseling? (senza togliere nulla alla professionalità dei colleghi). Obbligherebbe ai vocalizzi l’allievo “chiuso” e conterrebbe quello “aperto”. Per me è importante innanzitutto aiutare le persone a riconoscere la propria natura, e ad accoglierla così com’è, per comprenderla fino in fondo e per imparare a sfruttare completamente a favore, sia la modalità che l’energia creata. Quindi li stimolo ad ascoltarsi e ad “usarmi”  per i loro scopi, per testare la loro capacità di autogestirsi e autocontenersi, oltrepassando repressioni autogiudicanti.
Prima di dedicarsi al canto costruttivo, ad esempio, va aperta gradualmente la valvola dell’energia rosso fuoco del canto distruttivo. La rabbia trattenuta fa male alle corde vocali, aumentando la quantità di pressione dell’aria nell’area sottoglottica, che diventa un grido incontrollabile, e ostacolando la giusta misura e sinergia tra le parti coinvolte nella fonazione, crea squilibrio e confusione. Allora la persona è  messa in grado di riconoscere il proprio stato energetico, la propria natura nel qui ed ora,  e si allena a chiedere degli esercizi specifici e soprattutto igienici per scaricare l’energia in eccesso senza traumi. Non solo, ma lavorando sul centro energetico o chakra della comunicazione che coinvolge bocca, laringe e orecchie, la persona con la vibrazione messa in moto dalla biorisonanza rimette “pace”  ed equilibrio a tutto il corpo e nelle specifiche parti “apre” quel particolare centro energetico, per risonanza appunto, e allenamento.

La Biorisonanza è la pratica principale, il Cuore del metodo bIO SuONO che verrà ripresa in più capitoli di questo libro.
Biorisonanza, da Bios Vita e ri-sonanza, anche come ritorno a suonare, è quel concetto che esprime ciò che accade ai corpi umani durante la fonazione all’unisono, così come, ad esempio, un diapason di metallo costruito per vibrare alla frequenza di un do e percosso, avvicinato ad una scatola di diapason di tutte le note della scala maggiore, inerti, fa sì che quel pezzo di metallo inerte, costruito per suonare anch’esso un do, all’avvicinarsi del diapason percosso, si riconosce ed inizia dal niente a vibrare, ed è fatto di metallo!, figuriamoci l’essere umano. In fisica la risonanza amplifica l’effetto. E ciò avviene anche in due o più corpi umani che cantano la stessa nota. Ci si sente come avvolti da un suono molto ampio, come stare in un abbraccio sonoro, e la mia voce risuona del mio corpo e anche del corpo dell’altro e lo stesso lo fa la sua voce, e lo stesso lo fanno anche tutte le cellule dei due corpi, che se per un qualche motivo fossero andate fuori fase, ritornano tutte a suonare assieme tendeno all’armonia. Da cui il concetto di Innato Armonico Adattamento Creativo.
In altre parole, ad esempio, due persone che, creando i presupposti della comunicazione, e cioè mettendosi, una in condizione di “anelare a” e l’altra di “essere ciò che è” stanno a contatto per un periodo, cedono una all’altra un po’ di sé e ricreano un campo “contaminato” in cui immergono sé stesse autoequilibrandosi per osmosi: “Vai con lo zoppo…”. In questo processo non sarebbe neanche necessario parlare, sarebbe sufficiente, grazie alla biorisonanza vibratoria del Dna, stare e respirare.
Un cittadino che desidera risvegliarsi al naturale ciclo osmotico della Vita, allontanandosi dal suo ambiente e andando per un periodo a vivere con una tribù indigena che ha mantenuto il suo ritmo vitale incontaminato, impara gratis per biorisonanza, se non soccombe allo shoc del cambiamento. La cosa che fa la differenza è il ritorno a casa, quello spaziale, cioè il ritorno alla sua Città contaminata da credenze, strutture, illusioni, repressioni, formalità, sovrastrutture e quant’altro. Quando ritorna in città, se non ha ancorato consapevolmente, non è così forte del suo cambiamento e non riesce a sua volta a contaminare, ma ne è nuovamente ri-contaminato e dimentica. E’ proprio spostandoci spazialmente dall’ambiente naturale,  che abbiamo dimenticato. Creando dei centri reali, dette “Città”, che hanno fisicamente preso forma dalle illusioni dell’Ego avido o distratto, dimentichiamo la Verità, cioè il vero contatto con il Pianeta, i suoi ritmi e le sue esigenze. E non cantiamo più. Non intoniamo più Il Canto della Terra. E come dimentichiamo di sentire il Pianeta, dimentichiamo di sentire il nostro Corpo, e non riconosciamo più la nostra Voce, “Non sono io”.

Il dialogo con la persona aiuta a consapevolizzare e ad estendere ciò che ha imparato, alla sua vita quotidiana: “Sei stato bravo a chiedermi di ciò di cui la tua voce ora aveva bisogno, cosa potresti chiedere alla tua vita di ogni giorno?” La persona sperimenta a lezione  giocando con la voce e poi, se vuole, continua a sperimentare, le abilità così acquisite,  nel suo ambiente quotidiano, rispettando sempre di più le sue richieste. A son di dai e dai il corpo sceglie di stare bene, e tende a tenere aperta la porta della comunicazione, innamorandosi e memorizzando quello stato vitale di benessere. Quando è memorizzato, semplicemente diventa naturale. E la guarigione è compiuta da sé. Pensiamo, nell’esempio citato, a quanto importante sia sollecitare la comunicazione rispetto alla rabbia trattenuta e quale sia l’effetto “domino” miracoloso in tutta la Vita preziosa di quella persona. “E così ad un certo punto ho detto una frase così incisiva che mi son voltato indietro…. ma ero davvero io? L’ho dette io quelle parole?” “E come ti sei sentito?” “Benissimo! Nessun magone! Avevo paura di ferire l’altro e invece ferivo me stesso, tradendomi, e poi la persona ha capito e non è rimasta così male come credevo!” “Ti sei voluto un gran bene! L’hai detto! Ti sei ascoltato e ti sei fidato!” “Mi sono accorto di essere cambiato, di aver trasformato quella parte di me che aveva paura, ero convinto di non meritare di essere amato, da me per primo.”. E ancora: “Non vedevo l’ora di venir a cantare, tu sai cosa, ho passato una settimana massacrante, ho lavorato come un pazzo e mi hanno pure mancato di rispetto!” “Allora cantiamo subito!” “E adesso come stai?” “Molto meglio grazie” “Adesso che hai cantato pensi che il tuo capo non ti mancherà più di rispetto?” “Bè….no….” “E allora cosa puoi fare?” “Fammi cantare ancora!!!” “Bene! Bravo vedo che sai chiedere con fermezza ciò di cui hai bisogno” “Sai rispettare la tua Vita allora” “Scegli ora un brano che ti regali come una coccola”. E come sempre la persona sceglie esattamente il brano che contiene nel testo il messaggio di cui lei ha bisogno di sentire e scoppia in un pianto di redenzione verso se stessa. E allora ha compreso profondamente che non c’è nessuno che può mancarci di rispetto se noi non lo lasciamo fare e il pianto sblocca in un altro modo il 5° chakra, sempre lo stesso, quello della comunicazione, e pian piano impareremo ad esprimere le nostre necessità. Accade tutto questo per magia? Per caso? No! Siccome accade sempre, significa che accade per risonanza, cioè per riconoscimento. Se decido che è arrivato il momento di chiedere, e la mia voce lo fa, lo fanno anche tutte le cellule del nostro corpo e l’ambiente se ne accorge e accoglie la richiesta, perché parte dall’amore verso di sé, per risonanza.
Io lavoro anche con i professionisti della voce e cioè con gli attori e i cantanti. E anche in questo ambito, il lavoro proposto ha una valenza di una certa portata. Pensiamo all’importanza della ricerca dell’autenticità e della congruità tra voce, corpo e personaggio, alla qualità del permettersi di essere in relazione, alla presenza scenica. Poi alla possibilità di mettere pace al conflitto tra cantante, artista professionale e persona, riconoscendo i limiti e i confini della persona e facendoli coscientemente superare dal personaggio, sperimentando e dandosi una possibilità di crescita creativa. L’importanza fondamentale, poi,  di fare chiarezza sull’identità del personaggio in continuo cambiamento radicale rispetto alla persona e alla sua centratura. E tanto tanto altro ancora.
Da tutte queste mie parole potete già capire quanto potente sia di per sé il Counseling associato al lavoro sulla Voce.
Bene, non c’è niente di più errato.
Avete letto benissimo, ho scritto errato!
Niente è efficace se non mettiamo, e aiutiamo a mettere, come causa, di qualsiasi azione, l’amore incondizionato. Significa autentici e coerenti fino in fondo.  Significa aggiungere la parte Spirituale a quella Scientifica, o meglio vederla integrata in modo naturale, non negarla.
Anche io divento credibile e “funziono” con il cliente per risonanza della mia vita, se e solo se, lo faccio anch’io.
Imparo a desiderarlo per la mia vita e lo desidero anche per la vita di tutti gli esseri umani che incontro. Per quelli che non incontro esiste la preghiera.
Questo è l’approccio psicospirituale basato sui principi fondamentali del  buddismo Mahayana del Sutra del Loto che non posso escludere da nessun aspetto manifesto e non manifesto della mia Vita.
Solo l’amore incondizionato muove la Vita e fa si che la persona compia la sua Rivoluzione Umana verso quella costante così apparentemente irraggiungibile, che è la Felicità, quella felicità profonda, che non ha niente a che fare con la gioia e l’estasi di una vittoria momentanea.
La vera felicità è una condizione dell’anima che riconosce il corpo fisico come la sua Casa e lo ascolta come un Maestro.
La vera Felicità è una condizione di assoluta “serietà” dell’essere umano.
E’ una sensazione per cui tutte le cellule del nostro corpo, assieme, né un attimo prima una, né un attimo dopo un’altra, sorridono.