“Ora vado oltre le paure e i limiti degli altri”

è una frase chiave di Louise L.Hay°, che integra con “E’ la mia mente a creare le esperienze che vivo. La capacità di creare il bene nella mia Vita non ha limiti”.

 

Ho scelto questa frase per portarvi dentro ad una consapevolezza importantissima per la nostra Vita. Un punto di svolta nella nostra crescita personale. La realtà è che qui non vi porterò da nessuna parte, perché rimarremo per un pò nel luogo della “mente”, ciò che potrà accadere, è sentire nel corpo qualche stimolo, qualche riconoscimento che vi aiuterà ad andare verso ciò che già state compiendo, se siete qui a leggere le mie parole.

“E’ la mia mente a creare le esperienze che vivo” significa che i miei pensieri vivificano, creano la mia realtà. Quindi se la mia realtà a volte vibra bassa, cioè se sono infelice, insoddisfatto o addirittura depresso, significa che che c’è qualcosa da cambiare nel mio modo di pensare la Vita, o meglio di Viverla. C’è qualcosa da cambiare nell’atteggiamento di interpretare la Vita che Vivo. Due parole: Atteggiamento e Interpretare. Quale atteggiamento scegliere? Quindi scoprire che posso scegliere. Posso scegliere un atteggiamento reattivo, che parte dalle mie calde o infuocate emozioni, dai vissuti, dai rancori e dai non detti accumulati. Oppure posso scegliere un atteggiamento proattivo, cioè un atteggiamento che mi vede muovere protagonista della mia Vita e non come una palla che rimbalza. Interpretare????!! Infatti. La Vita non va interpretata o capita. Va vissuta. E soprattutto non va assolutamente capita “prima” di fare l’esperienza. Eventualmente va intenzionata, va messo l’intento, la direzione. Va creata con cura la condizione che genera la causa che muoverà verso l’azione.  Ciò che mi arricchisce, poi, è la comprensione (nel senso di prendere con me), e osservo, guardo, accolgo e digerisco l’esperienza che ho fatto, ne prendo atto, e la vivo con responsabilità. Cioè consapevolizzo che la mia azione ha avuto un certo effetto nella mia Vita. Con l’arricchimento di questa esperienza ora posso “rispondere con maggiore abilità” (responsabilità) per andare verso l’obiettivo e il mio diritto di essere felice. Se rileggi attentamente queste ultime frasi potrai notare un linguaggio descrittivo privo di giudizio e, per questo, molto, molto più nutriente. Un linguaggio che, se lo faccio mio, è già in grado di portare un cambiamento nell’atteggiamento. Condizione necessaria per liberarci dalla gabbia del “aver sbagliato” per “non esser stata abbastanza brava”.

Ma se è la mia mente a creare le esperienze che vivo, devo prima pensare e poi vivere?!! Assolutamente no. Questa è una grande illusione, o alibi. L’alibi maledetto del “Se penso abbastanza, se le penso tutte, avrò sicuramente più probabilità di avere successo. Più me le penso e più brava sarò” “E sì, è andata bene perché le avevo pensate tutte!” “Finalmente ho capito!!”.  Il risultato è un continuum di frustrazioni e fallimenti per me e per chi mi sta vicino: “Ma pensi quando fai le cose???!!!”. Se creo un evento nei minimi dettagli con questo atteggiamento, sta pur certo che la Vita ti manda un imprevisto. Perché la Vita desidera farti vedere la realtà. Quella dell’impermanenza di tutti i fenomeni, cioè che la Vita è in continuo cambiamento, anzi, la Vita è cambiamento. Una Vita di totale controllo e pianificazione che parte dalla mente non è una Vita, è una Gabbia, un carcere, oppure, una grande forza propulsiva che crea una irrefrenabile Voglia di Libertà, la cui alternativa è soccombere.

Louise L.Hay in quella frase ci vuole dire che siamo ciò che pensiamo e che siamo come pensiamo, prendiamone consapevolezza e facciamo qualcosa per essere felici. Se non funziona, cambio. Cambio con coraggio, a volte con fatica, ma decido, scelgo di cambiare. Non ho detto “devo”. Il dovere crea altre gabbie illusorie dell’obbligo e di nuovo ti precipita nel “così sto sbagliando tutto”.  E non ho neanche detto “da oggi mi arrendo ai cambiamenti”. Arrendersi all’impermanenza di tutti i fenomeni, un fondamento, tra l’altro, del buddiismo, è una pesante illusione autodistruttiva se porta all’inazione, all’impotenza, implodendo alla fine nella depressione. La posizione ideale è quella del regista di sé stesso, dell’osservatore che può agire in questo film/vita, che è la mia mappa o realtà parziale.  Avere quindi, un carnet di possibili scelte, che include perfino quella di farsi una bella scorpacciata di patatine fritte, rende liberi.

QUINDI SEMPLICEMENTE DECIDO.

A una abitudine radicata che crea sofferenza metto la volontà (non il dovere) di rispondere con un’altra abitudine che crea valore, amore, felicità e gioia nella mia Vita e in quella degli altri, che sono preziosissime. E se non lo faccio cosa succede? Sono davvero obbligato a fare questo? No, nessun obbligo. Il risultato è che rimando di attivare tutti i miei talenti, tutti i doni che ho, e che probabilmente non conosco ancora. Sono venuta sulla Terra per mettere tutti i miei talenti al servizio della Mia Vita e dell’Umanità, sono qui per creare valore e far fare esperienza a me e agli altri sul fatto che è possibile vivere felici e a proprio agio. Quindi? Quindi se non mi muovo verso questa realizzazione, semplicemente rimando. Rimando ad un’altra Vita. Rimando di svoltare per sempre. Voglio davvero questo? E se ci provo e funziona?? Che esperienza potrei fare? Bè io lo sto facendo ed è un’esperienza unica e travolgente. E’ un cammino che mi ha richiesto coraggio, sforzi e fatiche, e man mano che procedo in questo sentiero, tutto è sempre più facile, più leggero, e soprattutto, ne è valsa assolutamente la pena.

COME RICONOSCERE un’atteggiamento che parte dal mentale*.

* per mentale intendo una mente pensante vissuta separata dal corpo che compie azioni, cioè il pensiero che si sviluppa in un tempo diverso da quello dell’azione, non sfruttando la sincronicità, oppure vivendo anche la sincronicità separata dalla propria crescita. Nel buddismo del Sutra del Loto, quando si parla di mente, si intende l’unità e la completa integrazione di Corpo Mente Cuore. La Buddità aggiunge saggezza e consapevolezza alla Vita.

Sono “mentale”, se amo il mondo dello studio e dell’apprendimento. Pensate che per le scuole buddiste precedenti a quella del Sutra del Loto, le persone del mondo di studio e apprendimento non potevano raggiungere la Buddità, ne erano escluse.

Sono “mentale” se leggo più tempo che quello impiegato a vivere tra la gente.

Sono “mentale” se andando ad una conferenza penso di essermi illuminata a un aspetto della mia Vita.

Sono “mentale” se non ho bisogno di fare quell’esperienza, perché l’ho già capita.

Sono “mentale” se dò la precedenza al pensare prima che all’agire, oppure se separo ancora, e agisco per supportare… cioè se agisco creando isole felici, se faccio meditazione, se faccio camminate nei boschi, se vado a ritiri vari, eliminando, lasciando fuori tutti i beni distraenti, se chiudo la televisione, se faccio viaggi in luoghi sperduti e isolati in solitudine. Se penso intensamente a quello che dovrebbe essere il mondo “giusto”, con i ritmi giusti, se vedo tutto, e ne capisco tutti i meccanismi,  per cui mi creo mille rifugi ideali, in realtà non Vivo. Non vivo in mezzo alla gente e in mezzo agli ostacoli. Non vivo la realtà del Qui ed Ora. Non sto vivendo. Sto separando. Maledettamente separando per sopravvivere. Non sto vedendo che sono qui per sperimentare la felicità anche nelle piccole azioni, dentro, completamente immersi in quel mondo “sbagliato e cattivo”. Lì, nella Vita quotidiana, sarò un automa con un sorrisino sarcastico del “Voi non avete neanche idea di che cosa voglia dire vivere davvero la Vita quella vera”. Non ha senso. Perché siamo qui per cambiare il mondo. Cambia, se sperimento e racconto con amore di come la meditazione mi ha avvicinato e ha aperto il mio cuore verso le persone più ostiche e antipatiche. Cambia se ora il mio Capo mi riconosce, mi comprende e mi ha dato l’aumento! Cambia, se porto l’esperienza di un viaggio imparando la gratitudine da un popolo lontanissimo e provo a vedere l’effetto che fa qui, ringraziando ripetutamente il vicino di casa e il collega dell’ufficio. Cambia, se faccio azioni con coraggio in quel mondo da cambiare, non limitandomi a pensare, a capire cosa non funziona e come dovrebbe essere, e cosa vedono gli altri e cosa vedo invece io, e in realtà non vedo che così mi fermo. Pensare da fermi, non serve a niente. Serve solo  a rimandare.

La mia esperienza è passata proprio attraverso questo capire. Attraverso questo mondo di studio. E quando ho letto che le persone del mondo di studio e apprendimento non potevano raggiungere la Buddità, per fortuna mi sono spaventata. Ho preso quella meravigliosa energia che è la paura che genera forza propulsiva salvifica e mi sono alzata con la voglia di cambiare me stessa. Cambiare atteggiamento e modo di vedere la Vita. Accogliendo il Cambiamento, ho accolto la Vita che è Cambiamento. Ora da qualche anno finalmente prima agisco e poi comprendo. Ogni tanto ricado, vedo e mi rialzo subito. Ora agisco con la bellezza del non sapere. Con la meraviglia del non capire perché sto facendo quello e a cosa servirà. E scopro mondi che non avrei mai immaginato di avere, di congiungere, di creare.

Ornella Serafini

°Louise L. Hay (Los Angeles, 8 ottobre 1926) è una scrittrice statunitense, autrice di numerosi libri di auto-aiuto, tra i quali il celebre Puoi guarire la tua vita, pubblicato per la prima volta nel 1984 e oggi considerato uno dei testi fondamentali del pensiero positivo.

Articolo pubblicato il 16 giugno 2015